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Intolleranze alimentari: cosa sono, test, sintomi, cibi

Intolleranze alimentari: cosa sono, quali sono i test da effettuare, quali sono i sintomi, quali sono i cibi testati?
Inizio con una serie di domande alle quali spero di essere riuscita a rispondere in maniera esaustiva e professionale nei post qui di seguito.

Quello che Vi descrivo ora, invece, è la mia esperienza personale riguardo alle intolleranze alimentari, disturbi a me sconosciuti fino ad un anno fa. (Preciso che non voglio sostituirmi a nessun dottore o specialista!).

Con questo mi auguro di poterVi d’essere almeno un minimo d’aiuto, raccontandovi come alla fine (ci sono voluti mesi!) sono riuscita a diagnosticare effettivamente i cibi incriminati.

Circa un anno fa ho cominciato a soffrire di disturbi digestivi, di gonfiore addominale (bastava che mangiassi un cracker e mi trasformavo in un pallone) e di una conseguente perenne stanchezza fisica.
Ho provato con i rimedi fai da te, quindi via libera a fermenti lattici, ad aloe vera, a carbone vegetale, a capsule e tisane di finocchio e quant’altro ci fosse in commercio per il gonfiore addominale associato ad una dieta povera di tutti quei cibi che potessero provocare questo disturbo.
Il risultato ottenuto è stato quello di spendere soldi senza il minimo effetto positivo.

Così dopo circa un mese mi sono decisa di andare dal mio medico di base, il quale dopo avermi detto le solite frasi tipo: è lo stress, è il cambio di stagione e tante altre supposizioni, mi ha fatto fare una cura di antibiotici di una settimana più un’altra settimana di fermenti con la diagnosi di un’infiammazione in corso.

I giorni passavano e il mio malessere aumentava, quindi ritornai dal dottore il quale questa volta mi diede degli enzimi pancreatici per aiutare la digestione.

Passarono altre tre settimane e ancora nulla, quindi questa volta mi diede delle gocce miorilassanti, ma come presumevo già dall’inizio anche queste non servirono a nulla.

Parlando con dei conoscenti mi era stato consigliato allora di fare un test per le intolleranze alimentari.
Avete presente quelli che si eseguono in erboristeria e para-farmacia, ecco per la precisione mi hanno sottoposta al Vega Test (ora non vi spiego cos’è, ma potrete trovare la descrizione nel post dei test delle intolleranze qui di seguito) con il risultato che gli alimenti a me intolleranti erano il cacao, le nocciole e i cetrioli! Mah… non è che abusassi di quei cibi, ah dimenticavo il test mi è costato 35,00 euro.
Nel frattempo avevo prenotato anche una visita in privato dal gastroenterologo, che dopo un’ennesima cura di antibiotici e fermenti mi disse che se non avessi trovato benefici avrei dovuto fare la colonscopia.
Prima però mi fece fare anche l’esame della celiachia, l’allergia al glutine, alla quale risultai negativa.

Fortunatamente un amico di un amico, anche lui con gli stessi problemi, mi disse che il suo dottore gli fece fare il F.I.T ossia il Food Intolerance test, un esame del sangue che testa 92 alimenti.
Mi recai presso il centro analisi del sangue di un altro paese (perchè quello vicino a me non eseguiva questi tipi di esami) e un’impiegata gentilissima mi disse che avrei potuto risparmiare i 118 euro portando la ricetta del medico (nella quale doveva essere riportato: ricerca di intolleranze alimentari F.I.T) pagando in tal modo solo i 10,00+36,15 euro del ticket, per un totale di 46,15 euro.
Ritornai nuovamente dal mio dottore e mi feci scrivere esattamente quella frase sulla ricetta (sono onesta nel dirVi che mi guardò in malo modo, ma ero mooooolto irritata).
Mi feci questo esame e risultò che ero (e sono tuttora) intollerante al frumento, al latte vaccino, alle uova e al lievito! Scusate ma dove sono il cacao, le nocciole e i cetroli??

Prenotai allora una visita da un nutrizionista il quale mi spiegò con cura che avrei dovuto abolire completamente almeno per sei mesi quei cibi dalla mia dieta quotidiana, sostituendo il latte vaccino con il latte di soia o di riso, il frumento con il mais, il riso, l’avena, il miglio e così via.
Passati i sei mesi dovrò reintrodurre gradualmente un alimento per volta (sono arrivata a quota quattro mesi!).

I primi giorni non cambiò nulla, ma finalmente dopo due settimane di dieta (solo dei cibi incriminati s’intende) sono tornata ad essere piatta di pancia e a stare molto meglio!

In questi quattro mesi ho per così dire sgarrato solo un paio di volte (in occasione del Natale) introducendo cibi contenenti frumento e ammetto che dopo mi sono pentita amaramente perchè sono tornata al mio malstare per circa una settimana.

Mancano ancora un paio di mesi alla reintroduzione graduale degli alimenti, quindi mi fermo qua con la mia esperienza.
Spero però di esserVi stata d’aiuto attraverso le mie vicissitudini, augurandomi di farVi risparmiare tanti soldi e tempo con rimedi fai da te e con test non attendibili!

Leggi il postIntolleranze Alimentari: TEST

Leggi il postIntolleranze Alimentari: SINTOMI

Leggi il postIntolleranze Alimentari: COSA SONO

 

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