Sono due i BTP a 15 anni con cedola fissa che meritano di finire al centro dell’attenzione degli italiani che hanno in mente di effettuare un investimento nei titoli di Stato a lungo termine. Ma per capire come orientarsi nella scelta è necessario avere ben chiaro il quadro generale in cui ci troviamo ad agire, tenendo presente che il mercato obbligazionario da qualche mese a questa parte ha subìto gli effetti della crescita dell’inflazione, che ha toccato picchi che non si vedevano da più di 30 anni. Insomma, nel 2021 tutti pensavano di poter investire a lungo termine unicamente con tassi vicini allo zero, mentre adesso la situazione è cambiata.
Come investire
Non è un caso, in effetti, che pochi giorni fa è stato emesso dal Tesoro un BOT a 12 mesi al 2.52%. I titoli più longevi, e che quindi sono destinati a garantire una remunerazione maggiore, sono comunque quelli da preferire nel caso in cui si abbia a disposizione una parte di capitale di cui si può fare a meno per un lungo periodo di tempo. Una soluzione possibile, per esempio, è quella offerta dal BTP a 15 anni, sapendo che per tale scadenza ci sono diversi titoli a disposizione. Per esempio, ci sono proposte con cedole crescenti, come il BTP Futura 2037, e proposte con cedola fissa, come quelle di cui parleremo in questo articolo.
I BTP con cedola fissa
Ci stiamo riferendo al BTP 1 febbraio 2037 con cedola 4% e al BTP 1 marzo 2037 con cedola 0.95%. I tassi di interesse che vengono messi a disposizione da queste due soluzioni, come si può ben vedere, presentano un netto divario fra l’uno e l’altro: il motivo deve essere individuato nelle date di emissione differenti, fermo restando che in entrambi i casi si ha a che fare con rendimenti lordi che toccano il 4.75%. In particolare, la data di emissione del primo buono è del 2005: era, quello, un anno in cui le condizioni di mercato apparivano molto meno favorevoli rispetto a quelle che si sono concretizzate all’inizio dello scorso anno, quando è stato emesso il secondo buono. Trovi maggiori informazioni sui BTp 2037 con cedola 4% su blowingpost.it
Il target di inflazione al 2%
Tenendo come riferimento il target di inflazione al 2% che è stato individuato dalla BCE, per riuscire a conservare il potere di acquisto del denaro fino al momento della scadenza è il primo bond ad apparire più invitante. Di certo le quotazioni sono molto diverse, visto che il primo BTP a 15 anni raggiunge i 93.60 centesimi, a fronte dei 62 centesimi toccati dal secondo. Quindi la cedola netta effettiva (commisurata ai prezzi) è nel primo caso pari al 3.75% e nel secondo caso pari all’1.35%. Da ciò si può intuire che il BTP febbraio 2037 si lascia preferire per essere messo nel portafoglio in modo da poter beneficiare di un flusso di reddito che risulti conveniente sul lungo termine.
Pareggiare l’inflazione
Non si può adottare lo stesso atteggiamento, invece, per il secondo BTP a 15 anni. In questo caso, infatti, una cedola netta effettiva pari all’1.35% risulta non sufficientemente alta per avere la speranza di riuscire ad andare in pari con l’inflazione. Va detto in ogni caso che sul mercato secondario è possibile comprare per molto meno il bond marzo 2037, il quale in virtù della sua cedola bassa risulta più esposto alla variazione dei rendimenti. Di conseguenza, a fronte di una discesa dei rendimenti si può beneficiare di una potenzialità rialzista più elevata, che si concretizzerà con tutta probabilità nel momento in cui gli investitori si troveranno a scontare la conclusione della stretta monetaria, con l’auspicio che nel frattempo l’inflazione si riduca. A ben vedere, pertanto, tutti e due i BTP a 15 anni mettono a disposizione rendimenti più o meno uguali, vista che sul lungo termine ci si attende per il nostro Paese una bassa inflazione. Comunque, il primo bond è ideale per una protezione immediata dall’inflazione.