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Come migliorarsi: mindfulness come metodo per lavorare su se stessi

La mindfulness ha lo stesso principio di base della musicoterapia, dello yoga e soprattutto della meditazione, ovvero quello di entrare in contatto con se stessi per poter tirar fuori il meglio.

Proprio a partire dalla meditazione di ispirazione buddista, un professore della facoltà di medicina nel Massachusetts, Jon Kabat-Zinn ha iniziato a riformulare tali principi e inserirli in ambito curativo.

Dagli Stati Uniti all’Europa, la mindfulness ha riscontrato sempre più successo e ha dimostrato di avere grandi risultati. Simone Gatto è un esempio di chi, dopo aver provato i benefici di questo percorso, ha deciso di diffondere il tema e il metodo in Italia e condividere tutto ciò che ha imparato aprendo il suo studio a Lecce.

Anche se in presenza ha un impatto sicuramente diverso, grazie alla rete è ormai possibile seguire corsi a distanza, come succede ormai in molti ambiti, quindi anche chi non si trova in Puglia ha l’occasione di essere seguito tramite le videoconferenze.

Terapia e musica

Gli effetti della mindfulness, come ideata dal professore, biologo e scrittore sopracitato, Jon Kabat-Zinn, si sono rivelati ancora più incisivi ed efficienti se associati alla musicoterapia.

Proprio questo ha spinto Simone Gatto a unire i due metodi. Essendo laureato in Scienze della Comunicazione e specializzato in Musicoterapia, dopo tanti anni di esperienza in centri riabilitativi come musicoterapeuta, segue dei corsi e dei seminari di Mindfulness proprio negli Stati Uniti da professore Kabat-Zinn.

Decide quindi di rafforzare la forza benefica della musicoterapia a quella della mindfulness, migliorando così gli effetti terapeutici.

Per cosa è indicata la mindfulness?

La mindfulness è un percorso che può essere efficace sia a scopo curativo che preventivo. Si può infatti lavorare sull’attenuazione di quei disturbi che potrebbero avere poi delle ripercussioni sulla vita quotidiana e nei vari campi in cui si agisce, come quello lavorativo, sportivo o relazionale.

Si può intervenire, ad esempio, sui problemi legati al sonno o all’alimentazione. Questi derivano spesso da squilibri su cui si può lavorare, soprattutto andando ad agire su una  maggiore consapevolezza di sé.

Oppure possono derivare da picchi di stress o ansia, che possono essere insiti nella persona o derivare da eventi esterni, come il lavoro, le relazioni, o altro. La mindfulness aiuta anche a curare questi aspetti o a lavorarci su prima che prendano il sopravvento.

La mindfulness aiuta anche per quegli aspetti collegati alla scarsa autostima, il senso di sfiducia o la  depressione. Come si è detto, questa terapia serve proprio a lavorare su se stessi per eliminare le fonti di incertezze e di stress, puntando a far uscire la vera personalità di un individuo.

Amare se stessi

Alla base della mindfulness vi è l’amore per se stessi. Amare se stessi è il primo traguardo per relazionarsi al meglio con il prossimo. È molto conosciuto e diffuso il detto che bisogna amare se stessi prima di amare qualcun altro o essere amati. Ma come fare?

Bisogna in primo luogo capire come si fa ad amare se stessi e cosa questo voglia dire. Nella vita quotidiani si tende infatti a essere così tanto sobbarcati di oneri, responsabilità e aspettative che ci si dimentica della cosa principale: la propria felicità, il proprio benessere.

Nella società di oggi si è spinti verso il dover rappresentare la perfezione, e si perde di vista il proprio essere umani, perché “sbagliare è umano” ma spesso siamo i primi a non perdonarci per i nostri sbagli.

Essere felici è quindi la scelta di accettarsi, non avviene naturalmente, come dovrebbe essere, ma è un impegno con il proprio Io, è l’espressione di se stessi al di fuori e al di sopra delle aspettative altrui.

Ci si accetta non scappando dalle proprie emozioni. Non scappando dalla tristezza, dalla paura, da tutte quelle sensazioni che non sono comprese e che spesso ci fanno sentire giudicati perché viste come emozioni negative.

Tutte le emozioni hanno diritto di essere espresse, perché la vita è un percorso che ha degli alti e dei bassi, e non si eliminano i problemi scappando dalle proprie emozioni, ma lasciandole fluire. Non bisogna sentirsi colpevoli perché si provano delle emozioni.

La meditazione e la mindfulness aiutano proprio nel dialogo con il proprio Io, favorendo la comunicazione con se stessi e con gli altri.

 

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